Nell’autunno del 2014 si è tenuta a Bologna la prima edizione di SAIE3, il salone internazionale della filiera di produzione del serramento e delle finiture d’interni ed esterni, un progetto di Lucia Alberghini e Claudio Sabatini presentato come appuntamento innovativo e fortemente specializzato per i comparti coinvolti. La manifestazione, che si estendeva su una superficie di 35 mila mq, era strutturata come evento verticale della durata di 3 giorni – visitabile in 8 ore – nei quali era possibile vedere esposto tutto il meglio del settore. Un evento in cui la parte commerciale si incrociava e si integrava con la cultura.
Tanti gli eventi paralleli: la mostra “8 porte sul futuro”, nata con lo scopo di interpretare e sottolineare le idee, i valori, gli spunti presenti in“Italiani di domani – 8 porte sul futuro”, il libro di Beppe Severgnini, che rivestiva il ruolo di ingresso e guida tematica della manifestazione. O ancora, la nuova edizione di Futurdesign, la sezione della fiera in cui il Futuro era protagonista assoluto. In quello spazio, oltre alla retrospettiva delle realizzazioni dei più prestigiosi interpreti del design e dell’interior design, dell’arte, della fotografia, della comunicazione, dell’architettura, c’erano 8 nuove installazioni. Protagonisti altrettanti artisti, archistare designers tra cui Marco Lodola, Andrea Branzi, Karim Rashid, Giulio Cappellini, Daniel Libeskind, Guillermo Mariotto. Insieme a loro, a 1 anno dalla morte, anche Lucio Dalla la cui opera “Ci vediamo a pranzo da me” – un’interpretazione personalissima della celebre “L’Ultima Cena” di Leonardo Da Vinci protagonista all’edizione di Futurdesign nel 2001 – è stata riproposta e valorizzata con un video nel quale l’indimenticato cantautore bolognese parlava della sua visione di Futuro.  E guardava al futuro anche la mostra dal titolo “UP in THE SKY, campanili dal mondo” che presentava progetti per la ricostruzione post terremoto.
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